Il Pane

Il pane è tutto fatto per essere mangiato.
“Essere mangiato” è tutta la sua natura.
E Gesù si fece pane.
Era la notte di Giovedì Santo.
Si avvicinava l’ombra del Venerdì di sangue.
E Gesù parlò tenerissimamente ai suoi.
Erano a tavola.
Dove è bello stare fra gli amici.
Dove sono avvenute molte fra le cose più belle del mondo.
E Gesù “avendo preso del pane… lo spezzò…”
E disse: “Prendete, QUESTO È IL MIO CORPO
che è dato per voi”.
E prese del vino generoso. E disse:
“Questo è il mio sangue… bevetene tutti…
sarà versato per tutti!”.

Mi colpì sempre profondamente ciò che Gesù disse e fece durante la cena del Giovedì Santo.
E questa cosa in modo particolare: Gesù non trovò modo migliore per esprimere il suo amore per noi che facendosi pane. PER ESSERE MANGIATO DA TUTTI! Che facendosi vino generoso.
PER ESSERE BEVUTO DA TUTTI!

Ecco una mezza paginetta che mi è caduta sotto gli occhi proprio in questi giorni. È da meditare.
“Nessun simbolo meglio del pane avrebbe potuto indicare la natura essenziale di Gesù Cristo.
Il pane frutto dell’incontro del cielo, della terra e del lavoro umano. L’alimento che sulla mensa significa la totale offerta di una creatura ad ogni necessità di nutrimento, la cui essenza è nell’essere consumato da chiunque abbia fame, come tale è riconoscibile ed accolto.
È il simbolo di Gesù Cristo, uomo-Dio, persona umana che si annulla nell’immensità divina, persona divina che si consuma nel cuore dell’uomo per dargli la forza di ascendere nella pienezza della vita.
Consumando il pane e bevendo il vino, carne e sangue del Figlio di Dio, l’uomo si appropria di quell’energia divina che lo trasmuterà nell’amore-passione cristiano, fino a renderlo pane nutriente sulla mensa delle creature.
Trasmutarsi in pane, significa trasfigurare il nostro piccolo “io” in quello universale di Gesù Cristo, cosicché il mistero di Cristo perpetuandosi nella ripetizione del gesto: “Mangiate, questo è il mio corpo”, si attua nella trasformazione del cristiano che, frangendo il suo essere, diventa pane che sfama l’altrui fame”. (Da “Meditazioni cristiane” di G.Vannucci – Ed. Gribaudi, Torino – pag. 160)

 

Ho pensato tante volte: in questo povero mondo si vuol seguire la via opposta a quella battuta da Gesù: Lui è tutto un dono, tutto una offerta, si fa pane per essere mangiato.
Da tutti.
Vino per essere bevuto.
Da tutti.
La sua via porta alla pace e alla gioia, alla felicità eterna.
Tra noi uomini invece tutti vorrebbero “prendere”, “esigere”, “rivendicare”… “rubare”, …e, perché no? a volte anche “rapinare”.
…”Prendono” gli stati; “prendono” i padroni; “prendono” i sindacati; “prendono” i figli; …e i Padri? le Madri?
i Maestri?

TUTTI RIVENDICANO “I PROPRI DIRITTI”.
E si vorrebbe che questa fosse la via giusta e buona.
…Ma è invece la via della lotta continua, della guerra continua, della disperazione!

Forse bisogna che anch’io; anche tu,
ci facciamo “un po’ ” PANE.
“Un po’ più” PANE.
Che ci lasciamo “un po’ più” mangiare.
E diventati “un po’ più” vino generoso,
ci lasciamo “un po’ più” bere.
Per la gioia di tutti!

A te, ai tuoi Cari,
in questa luce vera di Gesù,
ancora una volta: Buona Pasqua.

Don Paolo Arnaboldi
Santa Pasqua 1973