Meditazione IV Tempo Ordinario – 29 Gennaio 2023

Buongiorno a tutti! La liturgia della quarta domenica del Tempo Ordinario ci chiede di fermarci ad ascoltare e meditare ancora una volta le Beatitudini, che papa Francesco definisce nell’esortazione Gaudete ed exultate: «la carta d’identità del cristiano». Le Beatitudini sono una strada in salita – non per niente segnano l’inizio del cosiddetto “discorso della Montagna” – un programma impegnativo, ma capace, per quanti l’accolgono con il cuore aperto, di realizzare la promessa di felicità che è in esso contenuto. Ascoltiamo con fede.

Dalla folla che segue Gesù sul monte, si stacca un gruppo. Sono i discepoli, dice Matteo, le persone che hanno deciso di mettersi in un ascolto profondo e obbediente della Parola. Ad essi è rivolto, innanzitutto, l’invito a fare la strada sino alla cima per vedere l’intero orizzonte dell’esistenza da un punto di vista differente. È il punto di vista di Dio. Le Beatitudini non sono altro che una sua esplicitazione. Quanti lo hanno fatto proprio, in santi in special modo, hanno sperimentato in se stessi un profondo rinnovamento, una luce, una forza capace di riverberarsi positivamente su tutti e su tutto.

Vorrei fare una precisazione sul termine “Beati”. Gesù, lo sappiamo benissimo, parlava aramaico. Il termine da lui usato, tante volte presente nei salmi e nella sapienza di Israele, era sicuramente “asceré”. Il termine italiano con cui noi lo traduciamo non rende bene il suo contenuto. “Beati” più che un aggettivo qualificativo è un sostantivo che indica contemporaneamente una “promessa” e un “programma”! Per capire la beatitudine in termini di promessa pensiamo, per esempio, al seme o ai bambini. Il seme è la promessa di un germoglio, di una pianta, di un frutto maturo. Un bambino è la promessa di un esistenza destinata a passare per le diverse stagioni della vita sino alla piena maturità. La promessa di beatitudine, alla luce di questi esempi, è da riconoscere nel desiderio che ogni uomo possiede nel proprio cuore di essere pienamente felice. Non c’è essere umano sulla faccia della terra che non desideri esserlo. Capita però che si sbagli il modo in cui si cerca di realizzare la propria felicità. Per questo la beatitudine è anche programma. Gesù, proclamando le Beatitudini, non solo ci ricorda che la felicità è un anelito che si trova nel cuore di tutti, ma una via, un programma per farla giungere alla pienezza. Detto in altre parole, tutti siamo chiamati alla felicità, alla beatitudine, alla santità, ma per raggiungerla è necessario percorrere con Gesù, sostenuti dalla sua grazia, la via delle Beatitudini. Il programma delle Beatitudini.

Per scoprire i dettagli di questo programma sarebbe bello entrare nelle tante stanze dell’edificio delle Beatitudini. Commentarle una alla volta. Mi limito però ad una sola operazione, quella di condurvi al portone d’ingresso e di farvi superare la soglia. Le altre stanze, le singole beatitudini, provate con pazienza a visitarle voi… Qual è il portone, qual è la soglia? Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli. Beati, dice Gesù, sono i poveri “in spirito”. Gesù non dice “poveri” e basta perché non si sta riferendo ad una classe sociale, quella dei non abbienti, ma dice piuttosto che sono “beati” coloro che vivono con “lo spirito dei poveri”. In realtà, il termine greco utilizzato, ptocoi, non indica i poveri ma i “mendicanti”. Dovremmo tradurre pertanto in questo modo la prima delle Beatitudini: beati coloro che hanno lo spirito dei mendicanti. Sono beati, in pratica, coloro che vivono con la mano continuamente tesa verso Dio e verso il prossimo. La prima delle beatitudini dice l’importanza delle relazioni, del dialogo, della condivisione, della solidarietà. Non è un male avere dei beni. È un male piuttosto tenerli per sé. Tuttavia il bene più grande che si è chiamati ad offrire nelle relazioni, non è qualcosa che si possa quantificare, che si possa contare o pesare, perché consiste nell’offrire se stessi, la propria capacità di ascoltare, di comprendere, di accogliere.

Aiutaci, Signore, ad introdurci senza timore nell’edificio delle Beatitudini per scoprire la via che ci può, giorno per giorno, condurre alla pienezza di vita che ci hai promesso. Buona domenica di vero cuore a tutti!

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