Meditazione XXVIII del Tempo Ordinario – 15 ottobre 2023

Buongiorno a tutti! Ascoltiamo in questa domenica la parabola degli invitati alle nozze del figlio del re. Il Maestro si preoccupa ancora una volta di chiarire, a quanti desiderano seguirlo, cosa sia il “regno dei cieli”. Se desideriamo anche noi seguirlo, apriamo la mente e il cuore per accogliere la Parola.

È soprattutto con le parabole che Gesù spiega cosa sia il “Regno dei cieli” e quale sia, di conseguenza, l’identità di Dio. Dio è il re. Riconoscere la sua regalità, riconoscere che Dio è il Signore, significa riconoscerne la priorità assoluta, la centralità. Il Signore è, in pratica, il Signore della nostra vita se, riconoscendolo come tale, lo si sa porre al centro e al primo posto. Se ciò non avviene significa che il Signore della nostra vita sarà qualcun altro o qualcos’altro. Al limite, come si diceva nel commento della parabola dei vignaioli omicidi, diventiamo noi stessi i signori della nostra vita e del mondo intero.

Per comprendere la parabola di questa domenica, non dobbiamo dimenticare il contesto in cui viene raccontata. Negli ultimi giorni della sua vita, Gesù, ancora una volta, annuncia il Regno nel Tempio di Gerusalemme. Quanti lo ascoltano, i discepoli compresi, non riescono a capire sino in fondo che cosa egli dica, perché hanno nella testa l’idea che il regno sia da intendere in termini mondani. In realtà, il “Regno dei cieli” non è di questo mondo, come specificherà Gesù stesso a Pilato nel corso del processo.

Tra gli uditori, nel Tempio, ci sono anche i capi del popolo e i sommi sacerdoti. Sono lì per coglierlo in fallo ed avere materiale compromettente per farlo fuori. Con la parabola dei vignaioli omicidi, in modo neanche troppo velato, Gesù li aveva messi di fronte alla responsabilità di non aver saputo aiutare il popolo a mettersi in sintonia con la volontà di Dio. Essi, impossessandosi della vigna, impossessandosi del popolo, riconoscendo solo con le parole e non con i fatti la signoria di Dio, avevano frainteso e ostacolato il progetto del Regno. La parabola di domenica terminava con un cambio di programma da parte del padrone della vigna, del re: «a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti». Chi è questo popolo che prende il posto del primo? I cristiani dicono: siamo noi! Leggendo però con attenzione il Vangelo e soprattutto la STORIA non possiamo non riconoscere che quanto Gesù dice del popolo della prima alleanza valga uguale uguale anche per i cristiani. La tentazione di mettersi al posto di Dio, di farsi Dio di se stessi, con tutte le conseguenze e disastri che questo comporta nell’umanità e nell’ambiente è purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Anche nella parabola di questa domenica c’è un gruppo di invitati che prende il posto del primo. Il motivo del passaggio dai primi ai secondi è che gli invitati del primo momento sono troppo occupati a farsi gli affari propri. Viene spontaneo domandarsi perché Gesù insista su questo passaggio del progetto del regno da un popolo ad un altro. Nella parabola di domenica scorsa, era come se Gesù dicesse: «State attenti, cari miei discepoli, non illudetevi di essere migliori del popolo di Israele, perché presentate gli stessi identici limiti, problemi, difficoltà, resistenze». In questa parabola, lancia un altro messaggio: il regno è un dono di grazia, a cui si partecipa attraverso un consenso reale, autentico, e non solo fatto di parole dette tanto per dire! Il re, il Signore, non sopporta gli “imbucati” e neanche chi lo compiace dicendo continuamente a vuoto “Signore, Signore”. Chi accetta di partecipare alla gioia delle nozze è necessario che si impegni a vestire l’abito nuziale. E l’abito nuziale è l’abito battesimale, che non coincide con il vestitino bianco che abbiamo portato nella celebrazione del battesimo, ma con l’impegno a vivere come Gesù, una vita fatta Vangelo.

Signore, aiutaci a non vivere un cristianesimo formale, fatto solo di preghiere e riti che non si prolungano nella vita, ma a vestire ogni giorno l’abito nuziale dell’impegno ad essere nella Chiesa e nel mondo testimoni credibili del Vangelo. Buona domenica di vero cuore a tutti!

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