Natale, Fragranza dell’infinita tenerezza del Padre

Ecco Luca, l’autore del secondo Vangelo, ai piedi di Maria, la Mamma di Gesù. Interroga e scrive. Prende con ogni attenzione appunti per il volume che da tempo ha deciso di stendere per narrare la vita di Gesù. Con ogni cura interroga la Vergine per sapere dai “testimoni oculari”, “tutto”, “esattamente”, “sin dall’origine” (Lc 1,1-4).

Volendo scrivere per i cristiani convertiti dal paganesimo, Luca, narrando “con ordine” i tratti salienti della vita di Gesù, porrà l’accento su certi fatti e detti del Maestro di particolare interesse per il mondo pagano.

Diventerà così lo “Scriba mansuetudinis Christi: lo scrittore della mansuetudine di Gesù” (Dante).

Una buona metà del Vangelo di Luca riferirà così parabole, detti, fatti e miracoli di Gesù, inediti.

Inediti saranno pure i suoi due primi capitoli che trattano dell’infanzia di Gesù.

 

Dalle labbra di Maria.

Sì, dalle labbra stesse di Maria.

Gli autori più seri e attenti fanno notare che notizie così precise, intime e dettagliate, come quelle contenute nei primi due capitoli del Vangelo di Luca sull’infanzia di Gesù, con ogni probabilità, l’Evangelista le attinse dalle labbra stesse della Madre di Gesù, che viveva allora presso il discepolo prediletto, Giovanni.

Gli ebraismi (così propri di Luca nei primi due capitoli del suo Vangelo) non saranno forse dovuti alla traduzione greca della parlata di Maria che Luca si appuntava così, alla lettera, e con assoluta precisione?

Luca, di Antiochia, venuto dal paganesimo, uomo colto e di cultura occidentale, medico personale di Paolo, suo compagno nella maggior parte dei suoi fortunosi viaggi, scrisse il suo Vangelo attorno all’anno 60 d.C.

Lo scrisse sotto gli occhi di Paolo. Tra un viaggio e l’altro, approfittava, in Palestina, a Gerusalemme, e fuori, ogni volta che gli si presentava l’occasione, per avvicinare i testimoni oculari, e chiedere loro notizie precise sui diversi fatti o miracoli o detti di Gesù. E scriveva; prendeva abbondanti appunti.

Ecco il prologo che egli stesso fa precedere al suo Vangelo:

“Giacché molti hanno intrapreso a comporre una narrazione dei fatti che si sono compiuti fra noi, secondo ciò che ci hanno tramandato coloro che sin dal principio furono testimoni oculari e ministri della Parola, è parso bene, anche a me, dopo essermi applicato a conoscere tutto esattamente sin dall’origine, di scrivertene con ordine, nobile Teofilo, affinché tu sappia bene la solidità dell’insegnamento che hai ricevuto” (Lc 1,1-4).

Dunque, all’illustre e nobile personaggio a cui è dedicato il suo Vangelo (certamente, dal titolo, un uomo di rango molto elevato), Luca dice che scrive dopo avere “investigato accuratamente ogni cosa”; “fin da principio”.

È proprio questo “fin da principio” e con ogni cura che ci mette sulla giusta pista per capire a fondo il peso e la poesia sublime dei primi due capitoli del suo Vangelo; che parlano appunto dell’inizio della vita di Gesù.

Contemplo ancora con gli occhi della mente gli incontri di Luca con la Vergine benedetta; e osservo l’Evangelista prendere rapido e con precisione, sulle pergamene, i numerosi appunti, durante le conversazioni con Maria. Fortunato Luca!

 

Ogni scrittore conserva gelosamente la documentazione raccolta per la stesura dei propri libri. Luca conservò certo gelosamente quella riguardante il suo Vangelo.

Il suo era stato un lavoro accuratissimo, attento, documentato, e che gli era costato tanta fatica.

Tra i moltissimi appunti raccolti, quelli dell’infanzia di Gesù, gli dovettero essere stati particolarmente cari: gli richiamavano infatti le dolci conversazioni con la “Benedetta”, la Madre di Gesù; rileggendoli, riviveva quelle conversazioni, ne penetrava sempre più gli arcani misteri, la tenerezza di un Dio che si fa Bambino, che volle nascere in una stalla, rimanere nascosto agli occhi del mondo per 30 anni!…; 30 anni…: il Vangelo più lungo!

Due versetti, in modo particolare, ci richiamano l’atmosfera di profonda meditazione di Maria stessa sui grandi misteri dell’infanzia di Gesù; e ci mettono sulla giusta pista delle ricerche di Luca a questo riguardo, e dei suoi (molto verosimili) colloqui con Maria.

“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19).

“Sua Madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51).

 

Andiamo anche noi a rileggere con fede e amore i primi due capitoli del Vangelo di Luca. Come Lui, attingiamo alla fonte di Maria.

E lasciamoci condurre dallo Spirito Santo lungo gli abissi ineffabili dell’infinito amore misericordioso di Dio per noi:

UN DIO CHE SI FA BAMBINO;
UN DIO CHE NASCE IN UNA GROTTA…
UN DIO-BIMBO CHE CON LE SUE BRACCINE APERTE,
CANCELLA DAL MONDO LA PAURA.
E SCRIVE PER TUTTI I SECOLI
LA PAROLA CHE SALVA E VINCE: L’AMORE.

 

Buon Natale dunque!!
E la grazia, la pace e la gioia di Gesù riempiano i nostri cuori!

In X
Don Paolo
Dicembre 1973

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