Pentecoste – 8 giugno 2025

Buongiorno a tutti! Il dono dello Spirito, al centro della solennità di Pentecoste che oggi celebriamo, è il dono della vita divina. È un dono che ci auguriamo possa rinnovarci interiormente, rendendoci capaci di chiamare Dio con lo stesso affetto con cui lo chiamava Gesù: Abbà! È un dono che ci abilita a dare forma, giorno dopo giorno, al sogno di Dio: quello di vederci riuniti in un’unica famiglia, dove le differenze non sono un problema, ma una vera e propria ricchezza. Con questo nel cuore, mettiamoci ora in ascolto della Parola del Vangelo, che illumina e riscalda.

Gesù, nel momento in cui saluta i suoi durante l’Ultima Cena, promette il dono dello Spirito. Sarà il Paraclito – colui che cammina accanto – a realizzare la promessa del Risorto, quella di rimanere con i suoi discepoli e le sue discepole ogni giorno, lungo il cammino della vita, fino alla fine. Ma non solo. Lo Spirito, che è anche Spirito di verità, accompagnerà e guiderà ciascuno verso la piena comprensione di quanto Gesù ha detto e fatto. I discepoli, infatti, hanno vissuto accanto a lui un’esperienza intensa: hanno ascoltato parole e visto gesti che, però, non sempre hanno compreso. Gesù lo sa bene. Per questo, prima di lasciarli, promette loro un aiuto per continuare il cammino: qualcuno che li sostenga nella scoperta progressiva della verità. Perché la verità – anche quella che riguarda la conoscenza umana – non è mai qualcosa di immediato e posseduto una volta per tutte, ma è sempre frutto di un percorso. E questo vale ancora di più quando si tratta del mistero di Dio. Nessuno può dire di essere arrivato: la verità ci precede sempre, va cercata con pazienza e umiltà, giorno dopo giorno. Chi desidera conoscere davvero Gesù, il Crocifisso Risorto, deve mantenere vivo il desiderio di cercare. I Vangeli ce lo mostrano chiaramente: i discepoli non iniziano a seguirlo perché lo hanno capito fino in fondo. Anzi, lo conoscono appena, e continuano a faticare a comprenderlo anche dopo anni di vicinanza. Pensiamo a quando, lungo le rive del lago di Tiberiade, Gesù li chiama con uno sguardo e una parola. Ed essi, senza chiedere spiegazioni, lasciano tutto e lo seguono. Voi l’avreste fatto? Vi sareste fidati al punto da abbandonare le vostre certezze per intraprendere un cammino sconosciuto con un quasi perfetto estraneo? Eppure è così che comincia la loro avventura. E anche dopo tanto tempo, la comprensione resta parziale. Basti ricordare Giacomo e Giovanni, che – ormai prossimi all’ingresso trionfale a Gerusalemme – chiedono a Gesù di poter sedere ai posti d’onore nel suo Regno. Di fronte a quella richiesta, Gesù risponde con parole amare ma vere: «Non sapete quello che chiedete». Non basta aver camminato a lungo con il Maestro per capirlo fino in fondo. E tuttavia, proprio perché discepoli, non devono mai smettere di imparare da lui, lo Spirito, che Gesù ha promesso, li condurrà pazientemente verso la verità tutta intera, illuminando il significato più profondo della sua persona e delle sue parole.

C’è un’ultima considerazione da fare. Il cammino verso la verità tutta intera di Cristo e del suo Vangelo richiede una disposizione interiore fondamentale: l’umiltà. Ma non un’umiltà generica. Si tratta dell’umiltà concreta e faticosa di lasciarsi correggere e trasformare dal Signore, di permettergli di smontare, pazientemente, quelle immagini distorte di Dio che, a volte senza rendercene conto, ci portiamo dentro. Sono idee che spesso abbiamo assorbito nel tempo, senza averle mai davvero scelte, senza averle filtrate attraverso il vaglio del discernimento. Accogliere la verità di un Dio che è Padre, che ama con cuore di Madre e agisce con misericordia, significa lasciare che cadano, una dopo l’altra, le maschere con cui l’abbiamo rivestito: il Dio giudice implacabile, il padrone esigente o il contabile dei nostri meriti. Tutto questo richiede una profonda disponibilità a lasciarsi educare da Gesù e dalla sua Parola, a lasciarsi illuminare e guidare dallo Spirito. Solo così il cammino della fede rimane aperto, vivo, capace di condurci sempre più in profondità verso il mistero della persona di Cristo e verso la verità piena del suo Vangelo.

Spirito Santo, donaci l’umiltà di lasciarci smontare da te e dalla Parola, perché sia il volto vivo di Gesù a guidarci, non le idee che ci siamo fatti su di lui. Buona Pentecoste di cuore a tutti!