Venerdì Santo, l’Ora di Gesù

Carissimo Amico, carissima Amica,
ti invito a raccoglierti per qualche minuto in meditazione e preghiera, qui, davanti a Gesù che muore per noi.

Penso a Gesù che cammina lungo i suoi 33 anni in mezzo a noi. La sua bontà verso tutti… i miracoli… le cose belle che disse…
Ma il cuore di Gesù era puntato verso il termine della sua vita: il suo sacrificio.
Quante volte gli Evangelisti fanno notare che Egli cammina-va deciso verso la morte che lo attendeva!
Era il fine della sua incarnazione: offrire la sua vita per can-cellare i peccati degli uomini. Il Padre l’aveva mandato per questo. E Gesù viveva per compiere la Volontà del Padre.
E venne “l’ora”. La medito spesso con tutto il cuore: “l’ora di Gesù”. Che gli sarebbe costata la vita.
Tutta la sua vita era puntata verso quell’ora.
Adesso è giunta.
La solitudine e l’angoscia del Getsemani…
Il tradimento. L’abbandono dei Suoi.
Lo legano, come un malfattore.
Lo coprono di sputi, di schiaffi, di percosse…
e l’atrocità della flagellazione; e la corona di spine…
E Gesù, non si ribella: tace. Sempre mite.
È l’agnello mansueto condotto al macello, che non apre la bocca di fronte ai suoi aguzzini.
Gli pongono sulle spalle la croce. Sotto quel peso percorre la via dolorosa. Ecco il Calvario…

Gesù sempre tace.
Lo inchiodano. Lo alzano da terra appeso a quella croce.
E non gli risparmiano orrendi insulti:
“Scendi giù dalla croce, se sei Dio”!
“Siamo qui pronti a credere, se scendi dalla croce”…
E sono molti i suoi nemici che passano a gruppi lì sotto, tor-mentandolo con queste parole.
Ma in Gesù non c’è sdegno. Tace. O dalle sue labbra escono solo parole di perdono e di bontà.
Si abbandona alla volontà del Padre, obbediente fino alla morte.

Penso spesso a quest’ “ora” di Gesù.
Rimango muto anch’io. Penso a tutti i miei peccati… Quest’ora di Gesù, l’ora che sintetizza i suoi 33 anni, ha il potere di purificare tutta la mia povera vita piena di colpe e di errori.
Rimango in silenzio. Pensieroso… e piango.
So che anche per me giungerà la “mia ora”.
Fammi la grazia, o Gesù, di viverla intimamente unito a te, per partecipare con te alla salvezza mia e del mondo!

A me, a te, a tutti i tuoi Cari, l’augurio che questa Pasqua ci aiuti a comprendere sempre più l’amore infinito di Gesù per noi!

Venerdì Santo 1984
don Paolo Arnaboldi

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